
Quando incontro qualcuno che mi chiede "Che lavoro fai"? Rispondo: "Creo corsi elearning". E di solito è normale sentirmi dire: "Eh!? ..Corsi che!?" Un nostro articolo di successo su questo blog, datato ormai 5 anni fa, si apriva ricordandoci che il grande filosofo dell’ottocento Arthur Schopenhauer disse che “Ogni verità attraversa tre fasi. Prima viene ridicolizzata. Poi incontra una violenta opposizione. Infine viene accettata come palese”. Sono passati 5 anni, appunto. Come e in cosa è cambiata la situazione?

Nella nostra precedente analisi avevamo individuato le criticità legate allo sviluppo dell'e-learning nel Bel Paese in questi fattori: , non c'è più ombra di dubbio sul fatto che il mercato mondiale dell'elearning sia in netta crescita. Il suo volume di affari, che nel 2011 si attestava sui 35 miliardi di Dollari, oggi supera i . L' . Nel 2015, per esempio, il numero di utenti Articulate (il software più usato al Mondo per la creazione di corsi elearning) è quadruplicato, portando l'Italia ad occupare un posto di maggior rilievo al cospetto dei soliti colossi Germania, Gran Bretagna, Francia e Paesi Scandinavi. E' possibile individuare le ragioni più importanti di questo successo in quattro fattori: Dal punto di vista dei software, rispetto a pochi anni fa la situazione è totalmente cambiata. Articulate Storyline ha rivoluzionato il modo di fare corsi elearning, portando nelle mani di (quasi) tutti la produzione di corsi interattivi e di alta qualità. Come? Facile. Eliminando la scrittura di codice in favore della combinazione di funzioni semplici e visive. Strumenti come Flash hanno abbandonato il Mondo del training online, e si stanno affacciando nuove tecniche di produzione responsive e web based. La tendenza, oltre che la sfida, è quella di creare corsi che si vedano bene su tutti i dispositivi (cross device), su tutti i browser (cross browser) e che siano facili da usare, in modo da ridurre i tempi di produzione e di conseguenza i costi. Questo cambiamento porterà, probabilmente, alla creazione di un maggiore numero di corsi, accompagnati da una grande qualità produttiva legata allo sfruttamento di software che fanno parte del lavoro al posto nostro, come Rise. Oggi è quindi possibile creare corsi dall’elevato impatto grafico ed interattivo pur senza essere dei programmatori. Questo ha favorito lo sviluppo di piccoli (o grandi) elearning team, spesso composti addirittura da una sola persona, che creano corsi ad hoc per le aziende in cui lavorano e di cui beneficiano i clienti e/o gli stessi collaboratori. Inoltre, il modello SaaS (Software as a Service), dopo aver invaso Internet e il modo in cui usiamo molti sistemi legati alla Vita di tutti i giorni (c'è persino chi usa sistemi del genere per comprare la biancheria intima), sta giocando un ruolo centrale anche nel sostenere la crescita del mercato dell’E-Learning. Le organizzazioni infatti, hanno tra le loro priorità l’acquisto di un soluzioni in formula Software as a Service, on demand, sotto forma di abbonamento. Questo perchè risultano essere più flessibili, più potenti, aggiornate più di frequente, e con costi più accessibili. Appena cinque anni fa, noi di Mosaicoelearning ci preparavamo ad entrare nel settore della formazione online e chi scrive ricorda bene che alcune aziende, che tra le prime stavano iniziando a dotarsi di Tablet e a distribuirlo ai manager, chiedevano: Oggi, non 25, non 20, non 15, non 10, ma meno di 5 anni dopo, le domande si sono trasformate: Questo è frutto del fatto che chi si occupa di elearning deve incrociare due mondi: quello del training, teorico, didattico, usate la parola che più vi piace, e quello tecnologico. Il nostro settore è quindi direttamente dipendente da quello che le grandi multinazionali del settore (Apple, Samsung, Google, tanto per menzionarne tre a caso..) immetteranno sul mercato nei prossimi anni. E a tal proposito potremmo aggiungere alla lista Oculus e la realtà virtuale. I "Millennials" sono tra noi, e influenzano le nostre scelte. Ma si può tornare anche un po' più indietro. I manager di oggi annoverano tra le loro fila diversi nati tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80, cioè quando i computer sono entrati nelle case. Si tratta (come nel caso di chi scrive) della prima vera generazione che è cresciuta con i videogiochi, che ha conosciuto Internet sin da quando era in fasce. Si tratta quindi di una generazione per la quale parole come "Gamification" sono parte del DNA e per la quale il computer non è uno sconosciuto cui aprire la porta con diffidenza, ma il migliore amico da accogliere con naturalezza. Queste persone, interagendo con i computer sin da piccole, si sono abituate a riversare ogni aspetto della loro Vita in un monitor. E' normale, è un processo innovativo inconscio e accettato senza discriminazione, che parte da un Commodore e arriva a quella che oggi potremmo quasi inquadrare all'interno di una simbiosi uomo-macchina. Tornando per un attimo ai Millennials, basta vedere i bambini di oggi ed il loro approccio alle nuove tecnologie come i tablet o gli smartphone, per aprire, idealmente, una porta dimensionale nel futuro della formazione. Se già a 2-3 anni sono in grado di "smanettare" con uno schermo, cosa faranno quando ne avranno 20 o più? Posto che altre 100 nuove invenzioni o evoluzioni potrebbero nuovamente rivoluzionare il nostro modo di interfacciarci con la tecnologia e la comunicazione nell'arco di un battito di ciglia, è impensabile oggi immaginare la formazione di queste persone senza l'ausilio di sistemi mobile e touch. E arriviamo all'ultimo punto. E' indubbio che le aziende privilegino sistemi formativi online invece di ricorrere all'aula. I costi della formazione frontale sono sempre più alti da sostenere, a fronte di una maggiore attenzione ai programmi educativi, che coinvolgono sempre più aspetti legati alla gestione, al comportamento, alla conoscenza dei prodotti, alle metodologie, e così via. Mediamente, il costo di un'ora di formazione in aula può oscillare tra 20,00€ e 30,00€ per studente. Facile immaginare le voci di spesa e altrettanto facile moltiplicare questi numeri per 5-6 ore al giorno, per diversi giorni, per decine o centinaia o migliaia di persone. Quindi, se già era dispendioso creare corsi in aula su un certo numero di tematiche fondamentali come la sicurezza (che infatti ormai si segue in online in innumerevoli contesti) figuriamoci ora che le stesse si sono moltiplicate, per venire incontro alle nuove sfide del Mondo del lavoro. Cinque anni fa l'idea di un corso sull'uso dei social network in azienda ci sarebbe sembrato impensabile. Oggi è parte del pacchetto formativo di molte organizzazioni. Un altro esempio tangibile è quello legato al fenomeno delle start-up: viviamo nell'era in cui un'idea di valore, se ben presentata con un "pitch", può divulgarsi con successo grazie alla rete, e poi magari ottenere fondi. Anche qui, le aziende si sono attrezzate. Incentivano l'ideazione di progetti da parte dei collaboratori, e li formano su come strutturare e presentare la loro proposta a una commissione. "Elevator pitch", "Presenting a business Idea" o "Creare un business plan", possono essere alcuni dei titoli più gettonati per questi corsi. Come spesso nella nostra storia nazionale è capitato, siamo partiti con il piede sbagliato per poi riprenderci in corsa. L’Italia ha iniziato a farlo, avendo a sua disposizione molti professionisti innamorati del loro lavoro che si spendono per far si che l'elearning si sviluppi sempre di più. Quando incontro qualcuno che mi chiede "Che lavoro fai"? Rispondo: "Creo corsi elearning". Presto potrò sentirmi rispondere: "Ah! Bello! Ne ho fatto uno proprio l'altro giorno.." Ci aggiorniamo tra.. 5 anni! :)
Oggi
50 miliardi
Italia, finalmente, non fa eccezione
L'AVANZAMENTO DELLE TECNOLOGIE DI PRODUZIONE
L'INNOVAZIONE NEL SETTORE TECNOLOGICO
IL RICAMBIO GENERAZIONALE
LA CRISI ECONOMICA
IL FUTURO E' DALLA NOSTRA PARTE
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