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Ecco il modo migliore per realizzare il peggior corso E-learning 1
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Ecco il modo migliore per realizzare il peggior corso E-learning 1

Every day, our brains are bombarded by a barrage of notifications and an onslaught of information and new content to explore and learn Yet we're also subjected to a myriad of variables that distract us.

 

Key data on the use of mobile devices, the internet and social media provide some food for thought: having access to such vast amounts of different tools and information can lead to a strong feeling of cognitive disorientation.

 

There’s a reason for all of this.

What we call the attention curve is the short frame of time when our minds are physiologically able to concentrate on a certain topic and so are primed and ready for successful learning.

Attention sky rockets and peaks in about 7 minutes, and then begins to decrease.

 

Various cognitive psychology theories agree on one thing: if the cognitive load (i.e. the amount of information that our memory has to process within a certain period of time) is too high, it may use up the cognitive resources required to learn and become gridlocked.

 

In light of these studies and theories, this easybook provides some tips to help you learn in the best way possible, stress-free and enthusiastically.

 

With this book you’ll learn:
 

•    The inbuilt mechanisms of your brain that influence learning

•    How to manage cognitive load using two key tools: content segmentation and pacing

•    The 7Minutes solution, the cornerstones when it comes to accessible, micro and mobile online training.

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Valentina Gullà ci parla di "Biblioteche universitarie ed e-learning"

2011-05-16 13:26

mosaicoelearning

Digital learning,

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Quello che segue è un guest post scritto dalla collega Valentina Gullà (


Postgraduate student all’università della Tuscia ed ha conseguito un Master in E-Learning

), coautrice del volume


Biblioteche universitarie ed e-learning. Dai servizi a distanza ai percorsi di formazione per gli studenti

.


In che direzione stanno andando le biblioteche nell’era del Web 2.0? Cosa è cambiato nell’ultimo decennio, e su quali obiettivi è necessario lavorare per rispondere alle esigenze della società dell’apprendimento continuo?


Il volume sopra presentato, del quale sono coautrice, cerca di rispondere a questi e ad altri interrogativi.


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I cambiamenti culturali apportati dalla diffusione delle ICT, conferiscono una nuova identità alla biblioteca, il cui ruolo non è più semplicemente legato alla gestione ed erogazione delle risorse di cui dispone ma anche ai processi di costruzione e organizzazione del sapere. Cresce la sua funzione educativa, rivolta ad utenti e cittadini: fornire una competenza critica rispetto alla vasta quantità di materiale disponibile sugli scaffali e nel web, è solo un primo importante passo verso la creazione di biblioteche che sostanzialmente siano costituite dalle persone che le frequentano, più che dalle risorse stesse.


Nella


learning library

vengono sempre più frequentemente erogati percorsi formativi sia in presenza che in modalità e-learning, sfida rivoluzionaria che ne apre le porte, reali e virtuali: la biblioteca (in particolar modo quella pubblica ed universitaria) entra a far parte del quotidiano, generando uno scambio osmotico tra mediatore dell’informazione e utente e tra utente e utente.


Oggi un numero sempre maggiore di biblioteche si avvale degli strumenti del web 2.0 (chat, forum, wiki, social network, feed RSS…) per mettere a disposizione servizi integrati e per favorire la socializzazione dei contenuti; i corsi erogati si rivolgono ad un pubblico variegato e multiculturale (studenti, anziani, immigrati…) e sono finalizzati all’alfabetizzazione informativa e all’acquisizione di competenze linguistiche, informatiche e molto altro.


Per vedere più da vicino di cosa si tratta, ho pensato di farlo con gli occhi dell’utente, esplorando alcuni esempi di eccellenza come la Biblioteca Salaborsa di Bologna e la Civica di Cologno Monzese; oppure i Centri di Risorse per l’Apprendimento e la Ricerca spagnoli, alcuni dei quali ho personalmente visitato e che costituiscono, a mio avviso, un paradigma a cui ispirarci per le nostre biblioteche a livello architettonico e organizzativo.


Ma come già accennato il personale di biblioteca svolge un ruolo fondamentale anche nell’organizzazione delle risorse: abbiamo quindi ritenuto utile dare uno sguardo ai repository di materiali didattici ad accesso aperto e alla riusabilità dei contenuti.


Il manuale vuole quindi offrirsi non solo come guida pratica per studenti ma anche come strumento di riflessione per tutti coloro che lavorano e credono nelle potenzialità della Biblioteca 2.0


Buona lettura!


Valentina Gullà


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