Engagement: non un evento, ma un processo
Quando una persona sente che il suo lavoro ha un senso, che viene ascoltata, che può contribuire con idee e iniziative succedono cose belle:
· Il lavoro smette di essere una routine
· Le relazioni migliorano
· Le performance si alzano naturalmente.
Ma come si costruisce questo clima positivo? Spoiler: non bastano le pizzate del venerdì o l’area relax con il biliardino. Pensare all’engagement come a un progetto con inizio, svolgimento e fine è un errore comune. Non è una “campagna”, è un percorso continuo che va nutrito giorno per giorno.
Tutto parte da due domande:
· “Cosa fa sentire i miei colleghi realmente coinvolti?”
· “Come posso aiutarli a esprimere il meglio di sé?”
Le risposte, spesso, non stanno nei grandi gesti. Stanno nelle piccole attenzioni quotidiane.
Idee concrete per aumentare il coinvolgimento
Dì “grazie” più spesso
La gratitudine è una super-potenza. Un semplice “ottimo lavoro” può fare la differenza tra un giorno qualunque e una giornata positiva. Creare uno spazio — digitale o fisico — dove le persone possono riconoscere il contributo dei colleghi è un booster naturale di energia.
Orari flessibili, fiducia massima
Le persone non vogliono essere controllate, vogliono essere “fidate”. Dove possibile, offrire flessibilità sugli orari o possibilità di lavoro da remoto trasmette un messaggio chiaro: “Ci fidiamo di te”.
Formazione che ispira
Proporre momenti di micro-learning, video brevi, quiz interattivi o percorsi soft skill può accendere la curiosità. Non servono percorsi complessi: a volte basta un “7 minuti per scoprire…” per riaccendere l’interesse.
Giochi, sfide e leggerezza
Non tutto dev’essere lavoro serio. Challenge mensili, giochi di squadra, mini tornei online possono rafforzare i legami in modo naturale. Lavorare con chi ti fa anche sorridere è tutta un’altra storia.
Spazi per condividere storie
Dare visibilità ai successi (anche piccoli) genera spirito di squadra. Un post settimanale per raccontare un progetto riuscito, una newsletter con “l’idea brillante del mese” sono strumenti semplici, ma potentissimi.
Vuoi migliorare? Parti dall’ascolto
A volte si pianificano decine di iniziative… senza sapere davvero cosa desiderano le persone. Prima di agire, chiedi.
Un sondaggio di soddisfazione ben fatto può rivelare molto più di quanto immagini:
· Quali aspetti del lavoro funzionano
· Dove si annidano i piccoli malesseri quotidiani
· Cosa manca per far sentire tutti più coinvolti
Qualche consiglio per un sondaggio che funziona:
· Domande chiare e specifiche, niente “Ti piace lavorare qui?”
· Risposte anonime, per incoraggiare l’onestà
· Frequenza regolare (ogni 6 mesi è un buon inizio)
· Azioni concrete dopo il sondaggio: non c’è niente di peggio che “abbiamo letto, ma non cambia nulla”
Engagement e felicità: un binomio possibile
Felicità e lavoro non sono due mondi separati. Non parliamo di essere sempre allegri (spoiler: non è possibile), ma di sentire che il nostro lavoro conta, viene apprezzato e ci fa crescere.
Costruire un ambiente in cui le persone si sentono viste, ascoltate e valorizzate non è solo una bella intenzione: è un investimento a lungo termine.
Ogni piccolo passo - un gesto di riconoscimento, un momento di ascolto, un’occasione formativa - può diventare la base per una cultura aziendale più umana, autentica e felice.
Conclusione
In definitiva, costruire engagement significa puntare sulla relazione, sulla fiducia e sul riconoscimento quotidiano: non serve cambiare tutto dall’oggi al domani, ma iniziare con piccoli gesti che dimostrino quanto ogni contributo sia prezioso. Quando le persone si sentono parte di un progetto che dà loro spazio, ascolto e opportunità di crescita, il lavoro diventa più stimolante e il clima più sereno. Prova a sperimentare una di queste idee, ascolta il tuo team, adatta il percorso in base ai feedback e vedrai che, passo dopo passo, nascerà un ambiente dove ciascuno ha voglia di dare il meglio. Dopo tutto, un luogo di lavoro davvero coinvolgente è il miglior biglietto da visita che un’azienda possa offrire.
A cura di Mattia Iacono
