
Essere Utili. La mission di Adeo, la holding per cui lavoriamo, è essere utili a noi stessi, agli altri e al mondo.

Come l’utilità guida le nostre scelte? Come si inserisce questo concetto di utilità nel lavoro di tutti i giorni? Avere chiaro un obiettivo è come avere un campo ben delineato per prendere le misure delle tue scelte, da quelle più strategiche a quelle più operative. Ci occupiamo di formazione digitale in due aziende del gruppo, aziende retail con struttura, punti vendita, modelli di business differenti. Usiamo le stesse tecnologie: lo stesso LMS, gli stessi authoriting tool, ma creiamo esperienze formative molto diverse tra loro. Il driver che guida la nostra scelta di come usare gli strumenti che abbiamo è infatti l’utilità. L’utilità ci permette di trovare soluzioni che compensano i loro stessi costi, specie se ci troviamo nelle condizioni di dover ponderare accuratamente le nostre decisioni. L’utilità ci fa essere più agili e veloci, perché ci permette di ragionare sull’indispensabile e sul piacevole, mettere in campo salvo poi migliorare. Ci fa essere semplici, perché se un bisogno è chiaro, sarà più facile rispondervi.

Quando progettiamo esperienze di apprendimento digitali, sappiamo che quello che ci guida è creare valore per i nostri colleghi: per farlo dobbiamo conoscerli, sapere come si svolge il lavoro durante la loro giornata, quali strumenti usano e preferiscono usare, cosa gli piace, cosa attira la loro attenzione, cosa li motiva. Nel 2020 non mancano certo le tecnologie a disposizione di chi progetta e realizza esperienze di apprendimento digitali. Così come non mancano spunti e suggerimenti, a volte anche stimoli ad adottare l’innovazione più recente, a creare effetto WOW. Le tecnologie innovative non è detto però che siano necessariamente utili, o più utili di altre. Vi raccontiamo questo episodio di qualche anno fa: dopo un mese di lavoro per creare un e-learning molto ingaggiante e interattivo, con video, simulazioni e giochi, lo lanciamo sulla piattaforma e-learning. Poco dopo arriva un selfie soddisfatto da un direttore di negozio che mostra una sala riunioni piena di persone e l’oggetto e-learning proiettato come se fosse una presentazione. La prima reazione è stato un brivido di freddo: ma come? Una bellissima autoformazione interattiva proiettata? Ma che senso ha? Poi abbiamo ragionato: per trasmettere quei contenuti era UTILE avere un oggetto didattico interattivo che creasse coinvolgimento e che fosse da spunto a scambi dal vivo in ciascun punto vendita. Così abbiamo ripreso in mano il progetto, abbiamo ottimizzato il design per la proiezione, assicurando alta qualità a video e immagini, cosa che non era prima necessaria per una fruizione da pc o smartphone. Abbiamo aggiunto appendici facoltative e una versione pdf da stampare, materiali di approfondimento e una sezione in cui si raccoglievano esempi di come i diversi punti vendita si stavano formando e mettendo a terra quei temi.

Spesso nel nostro ruolo di designer di formazione digitale, e ancora prima in quello di organizzatrici dei contenuti sulla piattaforma LMS, ci siamo trovate a dover mediare tra chi ci chiede di realizzare una formazione e chi ne usufruisce. Non sempre è facile ragionare come il proprio utente finale, il rischio che si corre è di apparire distanti, di complicare invece che essere di supporto. Per questo non perdiamo occasione per confrontarci con loro, i fruitori delle formazioni, chi accede alla piattaforma, dallo smartphone aziendale, spesso tra una attività e un’altra, o sui mezzi pubblici, di ritorno dal lavoro. Che tempi ha il mio collega? Quanto è concentrato? Cosa cerca? Ed è così che stiamo modificando il nostro modo di formare. Microlearning, contenuti digitali progettati appositamente per essere facilmente fruibili da smartphone, attenzione alle diverse possibilità di interazione, che non è detto che variare aiuti, a volte semplicemente confonde. Riusciamo a dire tutto in una micro pillola? Quasi certamente no, ma possiamo farne una seconda! Quando progettiamo un’esperienza formativa ci chiediamo quindi cosa serve veramente, in questo momento e in questo contesto, a chi apprende: a volte è un video, a volte è un’esperienza di realtà virtuale, altre volte è un “bigino” in pdf che si può stampare e consultare a piacimento. Le tecnologie permettono di creare delle esperienze bellissime e uniche, ma il nostro obiettivo non è stupire o innovare, ma sviluppare competenze. L’innovazione è sempre un mezzo, non il fine. Irene Mantovani Capo Progetto Formazione Digital Learning Leroy Merlin Martina Moroni Capo Progetto Formazione Bricocenter Italia Ti è piaciuto questo articolo? Segnalalo ai tuoi colleghi o utilizza i tasti social in alto per condividerlo!